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Emanuela Paolo


Intimità non per tutti ma per...

/*Intimacy not for all, but for...*/  
paolo emanuela «Analogie tra bagna e bagna e i suoi componenti e il consumo tra pochi e molti, e come le api tra i tavoli e il focolare.»
 

Last modified: 2 Gen 2002 (Created: 25 Nov 2001)
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Paolo ed Emanuela

Infine si parla di Paolo ed Emanuela, ma solo alla fine. Prima si parla di bagna cauda.

Bagna cauda

Di bagna cauda ho già parlato. Della mia preferita. Ma non sono un pavido pertanto vi ricordo che anche per la bagna cauda:
'Non sempre cambiare equivale a migliorare,
ma per migliorare bisogna cambiare'
Arriverò a parlare di bagna col latte!!! Falsi miti e leggende la vorrebbero meno spüsenta, ma secondo me solo i tori e le checche (queers and steer) la mangiano così. Concederò solo che si dica che quella canavesana sia una bagna per femminuccie. Le ragazze che non sono di buona compagnia a tavola non possono esserlo in macchina, a prima vista andrebbero pertanto evitate quelle che in macchina odorano di aglio, anche se solo del lardello dell'arrosto (di odore di lardello di arrosto non è mai morto nessuno se non l'arrosto stesso se arrosto morto). Ebbene io vi dico che è meglio una ragazza che odora di aglio e che sa guidare, cucinare e badare al focolare che una che puzza di sudore rancido, coi peli sulle orecchie e che disprezza la neve. La mangiano in Valle la bagna? Probabilmente mangeranno quella canavesana, quindi le montanare la mangiano canavesana. Essì che con le loro tisane benedette potrebbero digerire anche una bagna fatta da aglio e acciughe impastate sotto forma di poltiglia senza cottura nei grassi, ma non ci sono più le tisane di una volta.
La mia preferita non ha il latte. Fosse una ragazza avrebbe le tette piccole. Invece è una bagna e non ha il latte. La mia preferita è intimissima, invece quella canavesana rifugge l'intimità. Conta almeno 200 partecipanti, che di fatto costituiscono una comunità, antitesi dell'intimità. La mia preferita si consuma in due, la canavesana richiede la presenza almeno di un parente. Quella sera c'erano anche tutti i vicini nel raggio di un chilometro, che equivale a dire tutto il paese...
È confortevole una tale compagnia, oppure è solo ricca di suggestioni. Essì che anche io ho frequentato un paese, ma non ricordo che le cose andassero così. Intanto non c'erano le cenone di paese. E poi non c'era la bagna cauda. Ma questa sera era ricca di suggestioni, e richiamavano le mie ancora più remote ormai sopite. Ecco il 'circolo' di desana, ricordo vagamente una serata fumosa. Era un teatrino forse, tutti i mobili da ufficio in legno chiaro di cui si sentiva l'odore dell'impregnante. Le stampelle per le giacche anch'esse in legno. Un pianoforte verticale che non mi lasciarono tormentare. Oppure a Lignana in una struttura simile a quella della bagna. Non ero interessato per nulla alla serata, ma ero là a bere una bottiglia di aranciata san pellegrino con una foggia mai più replicata. Il circolo non esite più. Non esiste neanche il capannone di Lignana.
Il capannone ricoperto in tela è vicino al campo sportivo. Le macchine dei 200 partecipanti sono sul prato arrischiando l'impantanamento delle prime grandi rugiade autunnali.
Arriviamo in ritardo da Torino. Dal capannone fuoriesce il rumore della folla. Superiamo le due porte per creare un intercapedine, ed entrati si fa silenzio. Tutti gli altri ospiti prossimi all'ingresso si sono voltati e ci guardano. Stranieri. Potrebbe presentarsi lo sceriffo chiedendoci da dove arriviamo, chi cerchiamo, di posare le armi e di sparire all'alba perché nel 'suo' paese non vuole grane. Potrebbe addirittura offrirsi di accompagnarci al di là del ponte sul fiume intimandoci di non farci più vedere. Lo sceriffo non si presenta ed entriamo.
Ci accomodiamo che alcuni antipasti sono già stati serviti. Le tavole sono lunghe e percorrono longitudinalmente per l'intera lunghezza il capannone. Potrebbero essere 15-20 metri tra l'ingresso e il palco dell'orchestra. Il palchetto per il ballo non è agibile tanto lunghe e piene sono le tavole.
Eppure la serata deve essere ben guarnita visto che tutto attorno alle pareti di tela plastificata sfila una galleria di nomi illustri di orchestre e solisti... una fra tutte: Mal! Non so perché ma in genere i cartelloni delle orchestre di liscio li tratto con distacco. Li trovo sopratutto sulle pareti dei tornanti appenninici, dalla Liguria all'Emilia. Tipi e tipe sorridenti seguono nella fissità dello sgardo le auto che gli passano sotto il naso o i nasi, o davanti alle cosciotte delle cantanti esuberanti con la voce sfrontata di cui subisco il fascino e non posso mai resistervi.
Mi sento in mezzo al Piemonte ed ai ricordi. Il dialetto è famigliare ma non è il mio, ma le facce sono le stesse che si trovano nella pianura più ad est. Se vi ricordate ho altrove accennato che di convivi me ne intendo, frutto con le mie frequentazione di matrimoni piemontesi come fotografo (assistente fotografo)... In questo caso non mi sento semplicemente uno spettatore. A causa della bagna si è creato una sorta di rapporto con la gente di questo paese. Sono più propenso a vedere in coloro che mi stanno attorno i miei conoscenti di Trino, Asigliano, Lignana, Bianzè. Coi difetti e i pregi delle comunità ristrette, coloro che ritornano al paese vivendo in città, chi dal paese non se ne mai distaccato.
emanuela e paolo Emanuela e Paolo iniziano a suonare:
'...come le api, di fior in fior
stò cercando il mio pistillo per fare l'amor!'
(testo completo) Ma è ingenuità o poesia? :-) a me piace molto.
Iniziano le danze. Ma come competere con questi? Ma si mettono d'accordo? Si allenano assieme? Sono nati sapendolo fare?... Compiono evoluzioni eleganti con fino le palme delle mani intonate alla circostanza. Io mi muovo badando a non pestare i piedi della dama. Torno a sentirmi straniero, e un poco buffone, compreso compassionevolmente dalle partner di polca, valzer o tango violentate sul palchetto.
Lo spazio è angusto ma mano a mano che i primi tavoli vicino all'orchestra si vuotavano venivano smontati e rimossi per far posto ai ballerini.
Dopo il liscio cominciano i latini. Avviene una prima scrematura in base all'età. La selezione premia i più giovinastri quando si passa alla musica meno 'codificata'. Ma ormai è tardi e sotto tendone il libero cammino medio tra l'urto di due persone è pressoché infinito.
Gita in alto sul paese. Un santuario. Le luci della notte della pianura mi ricordano che non è la mia campagna, le macchine delle coppiette coi vetri appannati mi ricordano che l'aria umida si condensa sulle superfici che possono sottrarle calore. E che di notte, santuari o castelli, ci vuole coraggio davanti ai buchi.
L'intimità è stata quella di essere in 200.
FINE

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